Criminologia e Sindrome di Munchausen: quando l’amore si trasforma in abuso

L’importanza di parlare della Sindrome di Munchausen

“Perché una madre dovrebbe far ammalare volontariamente il proprio figlio?”
La domanda colpisce, disorienta, inquieta. Ma è proprio da interrogativi come questo che nasce la necessità di formare professionisti capaci di indagare, comprendere e affrontare la complessità del comportamento umano deviante. È questo l’obiettivo del nostro Corso di Alta formazione in criminologia e scienze forensi, che approfondisce anche patologie psichiatriche rare, ma dalle implicazioni devastanti, come la Sindrome di Munchausen.

Cos’è la Sindrome di Munchausen?

La Sindrome di Munchausen è un disturbo psichiatrico noto anche come “disturbo fittizio imposto su sé stessi”. Chi ne è affetto simula, induce o esagera sintomi patologici su di sé per attirare l’attenzione, le cure e la compassione altrui. Tuttavia, esiste una forma ancora più insidiosa di questa sindrome: la Sindrome di Munchausen per procura (MSbP), nella quale la persona (di solito la madre) induce o simula sintomi in un’altra persona, di solito un bambino, per ottenere attenzioni o riconoscimenti sociali.

Nel corso di CFS di alta formazione in criminologia e scienze forensi esamineremo come questa sindrome possa sfociare in veri e propri reati penali, come maltrattamenti, lesioni e, nei casi più estremi, omicidio.

La MSbP è, infatti, una forma subdola di abuso, difficilmente identificabile: la madre si presenta come figura premurosa, ma nei fatti sottopone il bambino a continue visite mediche, terapie non necessarie, somministrazione di farmaci, talvolta con conseguenze letali. L’abuso è mascherato da amore, la violenza nascosta sotto il mantello della cura.

Sindrome di Munchausen per procura: Il caso Gypsy Rose Blanchard

Il corso include l’analisi di casi reali come quello di Gypsy Rose Blanchard, vittima per anni della madre affetta da MSbP. Costretta a vivere da malata, privata della libertà e della verità, Gypsy si è liberata con l’omicidio. Un evento tragico che ha sconvolto l’opinione pubblica e messo in luce quanto sia sottile e pericolosa la linea tra vittima e carnefice.

Condannata a dieci anni di carcere, Gypsy ha visto la sua pena attenuata grazie al riconoscimento degli abusi sistematici subiti. Il caso è emblematico: ci ricorda che dietro ogni reato può esserci una storia di violenza invisibile, che solo un’analisi criminologica attenta può portare alla luce.

Perché iscriversi al nostro Corso di Criminologia che parla della Sindrome di Munchausen?

Perché oggi più che mai è essenziale formare professionisti capaci di leggere il crimine oltre la superficie, comprendere la sofferenza dietro i gesti violenti, decifrare la psiche nei suoi abissi più oscuri. La Sindrome di Munchausen è solo uno dei temi affrontati nel nostro percorso formativo, ma rappresenta bene il tipo di approccio scientifico, critico e interdisciplinare che proponiamo.

Il nostro corso esplora i collegamenti tra criminologia, psicopatologia e diritto penale, fornendo strumenti per:

  • riconoscere i segnali di disturbi come la MSbP;
  • comprendere le motivazioni criminali;
  • valutare la capacità di intendere e volere dell’autore;
  • analizzare il ruolo di periti, psicologi forensi, criminologi e avvocati nei procedimenti giudiziari.

Se la Sindrome di Munchausen è un argomento che ti coinvolge e ti incuriosisce, non perderti il video dedicato sul nostro canale Youtube “4ensics.TV” così da scoprire tutta la storia di Gypsy.

Unisciti a noi e prendi parte del cambiamento. Diventa protagonista nella lotta alla violenza invisibile.

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